SMERALDO
La formula chimica è Be3Al2Si6O18 (bisilicato di alluminio e berillo), appartiene alla varietà più preziosa della famiglia dei berilli. Ritenuto sin dall’epoca dei faraoni simbolo di speranza, allegrezza e castità, secondo Plinio, Cardano e molti altri autori, esso conforta la vita e permette di vedere “per più lungo spazio”. Va ricordato a questo proposito che Nerone usava uno smeraldo concavo attraverso il quale osservava lo svolgersi dei ludi circensi. Lo smeraldo è una pietra di durezza medio alta (7,5-8 della scala MOHS). La colorazione verde è dovuta a piccole percentuali di cromo, vanadio e ferro. Essa può andare da un verde-verde azzurro molto intenso a un verde pallido pallidissimo. Colore, trasparenza (inclusioni), brillantezza e qualità del taglio sono caratteristiche che determinano la qualità e quindi, a parità di massa, il valore di uno smeraldo. Uno smeraldo completamente privo di inclusioni è difficilissimo da reperire. La forma tipica dello smeraldo è il taglio ottagonale a gradini detto perciò anche “taglio a smeraldo”, ma viene comunemente tagliato anche a forma di ovale, rotondo, a cuore e a cabochon. Importanti giacimenti di smeraldo si trovano in Colombia, ma anche in Brasile, Pakistan e Russia. Anche l’Africa dà il suo contributo con miniere di smeraldi di valore, che si trovano in Zambia, Zimbabwe e Madagascar.
RUBINO
È la varietà rossa del corindone, la sua formula chimica è Al2O3 (sesquiossido di alluminio) cristallizzato nel sistema trigonale. Insieme allo zaffiro e dopo il diamante è la pietra più dura che esiste in natura (9 della scala MOHS). Il colore rosso è dovuto principalmente a piccole quantità di ossido cromo che si trovano al posto di parte dell’alluminio senza disturbare la struttura del cristallo. Il rubino ha da sempre simboleggiato la passione e parlato il linguaggio dell’amore. È una pietra molto rara ed è infatti difficile reperire sul mercato gemme di buona qualità superiori ai due/tre carati. Quando un rubino eccede i sei carati ed è perfetto può essere venduto per qualsiasi cifra. Gli elementi che influiscono sulla qualità e quindi sul valore, a parità di massa, sono: colore, trasparenza, brillantezza e taglio. I tagli più comuni sono taglio sfaccettato ovale, a cuscino, ottagono (o a smeraldo), oppure taglio a cabochon, sempre ovale o a cuscino. In base al taglio scelto, pietre dello stesso peso possono avere rendimenti molto diversi. E’ il tagliatore che decide quale forma far prendere al rubino in base al tipo di materiale grezzo che ha a disposizione e in modo soprattutto da far risaltare la migliore colorazione possibile. Il Myanmar (ex Birmania) è la fonte più famosa da cui provengono, seguita dalla Thailandia (ex Siam, con pietre contraddistinte dalla presenza di tracce di ferro che hanno un colore che ricorda il granato), dallo Sri Lanka (ex Ceylon, dal Kenya, dalla Tanzania e più recentemente dal Vietnam (con pietre che hanno una colorazione che ricorda quelle provenienti dal Myanmar).
ZAFFIRO
La varietà azzurro-blu del corindone, la sua formula chimica è Al2O3 (sesquiossido di alluminio) e la sua colorazione è data dalle diverse proporzioni di titanio e ferro. Insieme al rubino, come durezza è secondo solo al diamante (9 scala MOHS). Considerato dagli antichi per il suo colore una “pietra d’aria” e quindi direttamente collegata al cielo, rappresentava il simbolo della giustizia divina, del coraggio e della fiducia nella vita. Lo zaffiro blu può avere colorazioni che vanno dall’azzurro chiaro, anche chiarissimo, ad un blu scuro o scurissimo, tendente addirittura al nero. Anche se quello più ricercato è il blu intenso vellutato e brillante. Come per il rubino, gli elementi che influiscono sulla qualità e quindi sul valore, a parità di massa, sono colore, trasparenza, brillantezza e taglio (intenso come qualità del taglio in se stesso). Per quanto riguarda il taglio intenso come forma, i più comuni sono taglio sfaccettato a cuscino, ovale, rotondo, ottagono o a smeraldo, oppure taglio a cabochon (taglio curvo), di forma a cuscino ed ovale. E’ così che pietre dello stesso peso possono avere rendimenti diversi. E’ il tagliatore che decide quale forma dare allo zaffiro in base al tipo di materiale grezzo che ha a disposizione, alla richiesta del mercato, alla sua propria abilità e in modo soprattutto da mettere in risalto la migliore colorazione possibile. Gli zaffiri possono provenire da miniere situate in Kashmir, di un bellissimo color fiordaliso, in genere di ottima qualità ma ormai quasi introvabile. Essi provengono inoltre dal Myanmar (ex Birmania), dallo Sri Lanka (ex Ceylon) di un colore che va da un celeste tenue al blu, e da Thailandia, Cambogia, Madagascar e Australia.
DIAMANTE
La sua formula chimica è semplicemente C, il nome deriva dal greco adàmas che significa indomabile, è la pietra più dura che si conosca in natura (indice 10 scala M0HS) ed è carbonio allo stato puro, cristallizzato nel sistema monometrico.
Antichi poemi sanscriti certificano che era conosciuto in Oriente già tremila anni prima di Cristo, mentre in occidente si conobbe soltanto dopo le spedizioni di Alessandro Magno. Tramandata dall’antichità fino ai nostri giorni la facoltà del diamante di accrescere e rendere duraturo l’amore. La sua rarità ne determina il valore, basti pensare che nelle miniere più ricche occorre lavorare tre tonnellate di terreno per ricavare un carato. Il carato è l’unità di misura che determina la massa o il peso delle gemme e dei diamanti, in particolare corrisponde a 0,200 g .
I carati – insieme con colore, purezza e taglio – sono una delle quattro caratteristiche che concorrono a definire rarità, qualità e prezzo dei diamanti. .
Colore – In ordine di rarità i colori che compaiono sono: rosso, arancio, blu, verde e giallo, sono i cosiddetti “fancies”. Anche se il colore più diffuso nei mercati mondiali è il “non colore”, ovverosia il bianco nelle sue varie tonalità o gradazioni. La classificazione dei diamanti secondo il Gemmological Institute of America, GIA (attualmente la sola universalmente riconosciuta), va da D a Z.
G.I.A. – C.I.B.J.O.
D – bianco eccezionale +
E – bianco eccezionale
F – bianco extra +
G – bianco extra
H – bianco
I – bianco sfumato +
J – bianco sfumato
K – bianco leggermente colorito +
L – bianco leggermente colorito
M-N – bianco colorito 1
O-P – bianco colorito 2
Q-R – bianco colorito 3
S-Z – bianco colorito 4
La classificazione della purezza sempre secondo il GIA è la seguente:
G.I.A.
FL – priva di inclusioni
IF – internamente priva di inclusioni
VVS 1 – inclusioni molto piccole difficili da rilevare a 10X
VVS 2 – inclusioni molto molto piccole difficili da rilevare a 10X
VS 1 – inclusioni molto piccole difficili da rilevare a 10X
VS 2 – inclusioni molto piccole difficili da rilevare a 10X
SI 1 – inclusioni molto piccole facilmente rilevabili a 10X
SI 2 –inclusioni molto piccole facilmente rilevabili a 10X
P 1 – inclusioni visibili ad occhio nudo
P 2 – inclusioni fortemente visibili ad occhio nudo
P 3 – inclusioni fortissime visibili ad occhio nudo
Per quanto riguarda il taglio, la qualità di quest’ultimo è fondamentale per mettere in massimo risalto dispersione, fuoco e scintillio del diamante. Esso dipende dal rapporto tra il diametro totale della pietra e altre misure del taglio brillante e del suo eventuale scostamento da quelli che sono i rapporti “ideali” come si evince dal diagramma. Il taglio può quindi essere classificato come eccellente, molto buono, buono, mediocre e scarso. Un’altra caratteristica che aiuta a individuare la qualità di un diamante è la fluorescenza che si può definire come l’emissione di luce colorata dall’interno della pietra in presenza di raggi UV. Essa può essere molto forte, forte, media o nulla.
Per i colori che vanno da D a H la fluorescenza molto forte o forte può influenzare in negativo il valore di un diamante da un 1% a un 15% a secondo del grado di purezza. Per i colori che vanno da I a N una fluorescenza media forte o molto forte può influenzare in positivo il valore di una pietra in misure che vanno dal 2% al 4%.
Questo perché un diamante se fluorescente può apparire di colore migliore alla luce del giorno che in presenza di luce bianca normalizzata o luce bianca incandescente. Per quanto riguarda i Fancy Color siamo in presenza di questi ultimi quando nella struttura del diamante ogni 10.000 atomi di carbonio compare 1 atomo di azoto. Essi si possono classificare in ordine di rarità in Fancy Vivid, Fancy Intense, Fancy, Fancy Light. È bene sapere che a parità di taglio e caratura un diamante Fancy Vivid o Fancy Intense può avere un valore superiore o di gran lunga superiore a un diamante D/IF.
Per quanto riguarda la provenienza, in passato le principali fonti di diamanti grezzi sono state l’India da più di 2.800 anni e il Brasile dall’epoca dei conquistadores, mentre solo dalla fine del 19°secolo l’Africa si impone come principale fonte a livello mondiale. In particolar modo attualmente i diamanti africani provengono da Sud Africa, Repubblica Democratica del Congo, Botswana, Namibia, Angola, Sierra Leone, Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Repubblica Centro Africana e Tanzania. Anche la Russia dà il suo contributo all’estrazione di diamanti grezzi insieme ad Australia e Canada.
De Simone aderisce al Kimberly Process: i diamanti posti in vendita provengono solo da fonti legittime, non coinvolte in conflitti, ed in ottemperanza alle risoluzioni delle Nazioni Unite.